Nell’immaginario collettivo si pensa allo psicologo come quella persona che quasi per magia risolve i problemi in un quarto d’ora oppure costringe il paziente a una decina d’anni di trattamento.
A volte anche pochi incontri riescono a essere d’aiuto, in questo caso si parla di consulenza e supporto psicologico; ci sono invece altre situazioni che richiedono un percorso di psicoterapia, comunque limitato nel tempo e che non crea dipendenza tra cliente e terapeuta.
La verità sta nel mezzo e, se da un lato è impossibile che un unico incontro sia risolutivo, dall’ altro non è affatto necessario che una psicoterapia sia senza fine: in media, una psicoterapia dura più di un anno ma non è infinita.
Il punto è che ci vuole tempo per capire il problema che causa tanta sofferenza e compromette la qualità della vita, per individuarne il significato e per cambiare il modo di reagire alle situazioni e gestire tensioni, infelicità e insicurezze.
Ci vuole tempo perché, sebbene sia un professionista adeguatamente formato che utilizza metodi e tecniche che la ricerca scientifica ha dimostrato efficaci, lo psicoterapeuta non possiede nessuna verità assoluta che, rivelata al paziente, possa miracolosamente guarirlo. Il punto è che non ci sono verità buone per tutti quanti, non ci sono scorciatoie.
Mettere a frutto le risorse che si possiedono, trovare nuovi equilibri per soddisfare i propri bisogni, insomma stare meglio è un obiettivo che si raggiunge in due.
È un obiettivo che poggia cioè tanto sulla competenza dello psicoterapeuta quanto sulla personalità di chi si rivolge allo psicoterapeuta, le sue modalità di elaborazione, la sua motivazione al cambiamento, ad abbandonare modi di pensare, di fare esperienza e di comportarsi che non sono adeguati.
Lo psicoterapeuta, come uno schermo neutro che non ha pregiudizi e accetta la persona che ha davanti nella sua unicità e autenticità, aiuta il paziente ad aiutarsi.
“La psicoterapia non è solo applicazione di una tecnica, ma è anche e sopratutto relazione empatica tra esseri umani!”